"Non condivido le tue idee, ma darò la vita perché tu le posesprimere". Voltaire

16.3.06

Repetita iuvant

Sul confronto Berlusconi - Prodi tanto è stato detto e scritto.
I giornali hanno pure sottolineato Prodi che rinfaccia a Berlusconi di rivolgersi sempre al passato, "arriveremo fino a Garibaldi".
Vado a memoria.
Avete notato che Prodi ha buttato questa frase lì, senza sottolinearla più di tanto? Eppure la battuta era buona. La spiegazione c'è. La battuta non è nuova. L'ha detta lo stesso Prodi nel confronto con lo stesso Berlusconi del 1996. Il leader di Forza Italia ripeteva continuamente la formula "PCI-PDS-DS", e Prodi gli ha risposto che a furia di guardare indietro si finiva a Garibaldi.
Nel 1996 Prodi fu abbastanza apprezzato per la "prontezza" della risposta.

8.3.06

Invasioni barbariche

La politica italiana è proprio strana.
Passi pure che ci si interroga sull’intromissione di Bush e del Papa in questa campagna elettorale per le politiche, ma di Gheddafi!!
Coll’invito a Berlusconi il presidente degli USA ha consentito al leader della CdL di farsi un bello spot propagandistico. E d’altronde è noto che Bush tifi per l’amico italiano, docile ed obbediente: ben altro sarebbe avere a che fare col centrosinistra al governo, portatore di così tanti distinguo verso la politica estera americana.
Il Papa che riceve i politici del Partito Popolare Europeo pochi giorni prima del voto del 9 aprile è un ingenuo? Ma chi ci crede. Semplicemente l’operazione non è riuscita per la capacità dell’Unione tutta di disinnescare l’ordigno. Convocare il congresso del PPE a Roma alla vigilia delle elezioni è un altro spot. Tajani, autorevole (malgrado la sua perspicacia, o forse proprio per quella?) esponente di Forza Italia al punto da essere il vicepresidente del PPE, dice che si tratta di pura coincidenza; che il congresso è stato convocato prima di stabilire la data delle elezioni. Coda di paglia.
Vogliamo crederci? Bene; ragioniamo in questi termini allora. Chi decide la data delle elezioni? Il Presidente del Consiglio. E chi è il presidente del consiglio? Berlusconi, uno dei leader del PPE, ben a conoscenza della data del congresso PPE. Avrebbe potuto, come in tanti gli chiedevano per altre motivazioni, anticipare il voto delle politiche a prima del congresso. Ma ovviamente non l’ha fatto, perché avrebbe perso l’occasione di una tribuna in cui potersi spacciare come leader acclamato internazionalmente.
Mettiamo invece di non voler credere a Tajani. La data del congresso è stata fissata prima di sapere quando si votava in Italia? Vero. Ma si sa che in Italia si vota in primavera, tra marzo e giugno. Se non si voleva usare strumentalmente questo congresso, lo si sarebbe potuto tenere altrove, in altri paesi con partiti popolari di tradizioni più certe e forti: in Spagna, Polonia, Germania, ecc. Invece è stata scelta l’Italia, l’unico di questi paesi che in primavera certamente avrebbe votato. Coincidenze?
Vanno dal Papa, non vanno dal Papa? Ratzinger li deve ricevere oppure no? Le cronache ci raccontano che la megaudienza (in 200 davanti al Pontefice) l’hanno voluta i popolari italiani. Alla vigilia del voto? Coincidenze? Ahi, ahi, ahi, Tajani.
Il Papa può riceverli? Certo.
Deve riceverli? Opinabile.
Riceverli vuol dire entrare a gamba tesa in questa campagna elettorale? Certo. La Chiesa di Ratzinger fa politica: in Italia, in Spagna, in Germania… Vuole influire sulle decisioni del mondo. Non si accontenta di seguire le questioni del cielo. È una Chiesa militante che vuole imporre il suo punto di vista ai cattolici e ai non cattolici. È una Chiesa diversa da quella di Giovanni Paolo II°, che pure Ratzinger vuole santo. Il Ruini che guida la Chiesa italiana sotto Ratzinger è ben altro da quello che ha guidato la medesima Chiesa sotto Giovanni Paolo II°. Su questo ben più ci sarebbe da scrivere, ma rimandiamo ad un’altra volta.
E veniamo a Gheddafi.
Va bene lamentare le intromissioni di Bush e del Papa, ma di Gheddafi…! Insomma, politici italiani, un po’ d’orgoglio. Non penserete mica che le preferenze del leader libico possono far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Gheddafi è casomai un problema italiano all’estero da affrontare, gestire e risolvere, ma da cui non farsi condizionare in campagna elettorale. Chiunque vinca ci dica come intende gestirlo, ma certamente non quanto intende farsi influenzare. Con i paesi esteri, vi prego, schiena diritta, ricordate che portate sulle spalle l’onore e la rispettabilità dell’Italia.