- la nascita del possibile governo Bersani,
- l'elezione di un capo dello Stato diverso dall'attuale,
- la nascita del governo Rernzi ed il patto con lui per le riforme.
Francesco Alotta
"Non condivido le tue idee, ma darò la vita perché tu le posesprimere". Voltaire
2.6.14
E mò?
13.3.14
I prestanome dalla mafia alle provincie
La politica italiana continua a dare titoli meritori ad operazione imbarazzanti.
Le provincie NON SONO STATE ABOLITE.
Rimangono. Pertanto rimarranno le questure, che sono in ambito provinciale, come anche le prefetture, gli uffici provinciali del lavoro, quelli provinciali per la scuola, le opere pubbliche e bla bla bla.
Solo che in questi uffici ci sono burocrati selezionati secondo i meritevoli criteri della pubblica amministrazione italiana, mentre è stato eliminato l'unico livello in cui erano i cittadini, attraverso le elezioni, a scegliere gli amministratori.
Non solo. L'ARS ha cambiato nome alle provincie. Adesso si chiamano liberi consorzi. Per il momento sono 9 ma entro i prossimi sei mesi potranno aumentare di numero.
E chi amministrerà i liberi consorzi? Tolto il potere ai cittadini di scegliere gli amministratori, a chi è stato dato? Ai comuni, che nomineranno gli amministratori come già hanno fatto o fanno per le Asi, gli ATO, i Patti Territoriali: e presumibilmente con lo stesso risultato...
Questi amministratori, sia ben chiaro, saranno pagati: giustamente. Quindi i prestanome delle provincie avranno comunque un costo.
Ed in attesa che aumentino di numero, perché 9 son pochi..., con la stessa legge si sono aggiunte ben tre aree metropolitane, che ruotano attorno alle città di Palermo, Catania e Messina: anche queste avranno amministratori e burocrati individuati dai comuni: pagheremo pure loro?
Infine, la ciliegina sulla torta: NON SI SA QUALI SIANO LE COMPETENZE DEI LIBERI CONSORZI!!!
La legge non lo dice, provvederà un'altra che dovrà essere comodamente approvata dall'ARS, forse nel prossimo autunno.
Se tutte le riforme in calendario devono essere così, vi prego, cari amministratori siciliani, lasciate le cose come stanno, fate meno danno. Grazie.
24.2.14
Il governo che non esiste
23.7.13
Primavera 2015, al voto col porcellum
Provo a fare una previsione: voteremo nella primavera del 2015 e con l'attuale e tanto vituperato sistema elettorale.
22.7.13
Tina Renzi
Tina é la sigla che usano certi inglesi per dire che non c'é alternativa (there is not alternative) ad una scelta.
19.7.13
Italia, provincia del Kazakistan
17.2.10
Poker … di sconfitte
E quattro. All'Italia guidata da Silvio Berlusconi è riuscito quel che tutti quanti gli altri governi precedenti non erano riusciti a fare nemmeno messi insieme: ottenere sul tavolo dell'Unione Europea quattro sconfitte politiche consecutive nell'arco di appena otto mesi.
In principio fu la candidatura del pur apprezzamento eurodeputato di Forza Italia Mario Mauro. Già durante la campagna elettorale Berlusconi lo candida alla presidenza del Parlamento Europeo. Ma alla fine i suoi colleghi gli preferiscono un esponente della Polonia entrata nell'Unione appena cinque anni fa.
Poi fu la volta di mister PESC, diventato Mrs PESC pur di non dare a D'Alema il prestigioso incarico di ministro degli esteri europeo: pare che Berlusconi si sia effettivamente impegnato a sostenere la sua candidatura: forse ha perso proprio per questo.
Quindi è toccato a Tremonti farsi triturare dalla politica europea. Il nostro intelligentissimo ministro delle Finanze che nella vulgata berlusconiana tutto il mondo ci invidia, era stato mestamente candidato alla guida dell'Eurogruppo: evidentemente non ce lo invidiano così tanto se piuttosto hanno preferito confermare il lussemburghese Junker, addirittura in deroga alla norma comunitaria.
Infine la notizia odierna. L'ECOFIN ha indicato come nuovo vicepresidente della Banca Centrale Europea un portoghese, ovvero un europeo del sud. Per riequilibrare la presenza di un "latino" ai vertici della BCE, il successore di Trichet deve essere un europeo del nord, si pensa ad un tedesco. Bruciata così la candidatura di Mario Draghi, l'unico del quartetto in questione che potesse di suo aspirare ad un incarico europeo. Le sue capacità sono talmente riconosciute che ha presieduto a lungo il Financial Stability Forum, un organismo consultivo sulla stabilità dell'economia mondiale che ha talmente dato buona prova di sé durante la crisi finanziaria da vedere aumentare la proprio influenza e i propri poteri internazionali e trasformare la sua struttura da Forum a Board; ma nemmeno lui ce l'ha fatta.
La verità è che oggi l'Italia in Europa e nel mondo conta poco, non è tenuta in nessuna considerazione e ciò è sempre responsabilità del governo in carica, che fa la politica estera del Paese e ne costruisce la credibilità. Ma nel mondo il nostro è considerato il governo degli scandali sessuali, interessato ai problemi giudiziari del premier e nulla più. Non abbiamo nemmeno un ministro degli Esteri degnio di questo nome.
Insomma, non contiamo niente, e ne risentono anche i nostri uomini migliori.
Bel risultato a 150 anni dall'Unità d'Italia!