"Non condivido le tue idee, ma darò la vita perché tu le posesprimere". Voltaire

22.7.13

Tina Renzi



 



Tina é la sigla che usano certi inglesi per dire che non c'é alternativa (there is not alternative) ad una scelta.

É quanto sta accadendo in Italia per il prossimo presidente del consiglio. 

Il PD esprime attualmente il capo del governo con Enrico Letta, esatta rappresentazione delle larghe intese essendo stato fino al giorno prima del nuovo incarico il numero due del PD come suo zio Gianni lo é del berlusconismo. Durante le consultazioni per la formazione di questo governo, non si sono nemmeno preoccupati di salvare le apparenze, tanto che lo zio era nella delegazione ufficiale del PDL che incontrava il nipote.

Comprensibilmente Letta cercherà di durare il più possibile e Berlusconi non puó che essere il suo più convinto sostenitore, essendo nella posizione di chi, di fatto, esprime il presidente del consiglio, come il recente caso Alfano ha dimostrato: qualunque altro capo del governo di fronte al comportamento del nostro ministro degli Interni avrebbe preteso le sue dimissioni all'istante.

Chi invece altrettanto comprensibilmente morde il freno è Renzi.

Letta, nel suo discorso di insediamento, ha detto che il suo programma si compirà in diciotto mesi. Potremmo cioé votare nelle primavera del 2015. Peró lui potrebbe provare ad andare oltre, Berlusconi ne converrebbe, chi invece vedrebbe allontanarsi Palazzo Chigi sarebbe appunto il sindaco di Firenze.

Ecco allora che le sue aspirazioni personali finiscono col coincidere con quanti ritengono, ed io sono fra questi, che il governo Letta non è nelle condizioni di tirare l'Italia fuori dalle secche in cui è stata ricacciata negli ultimi vent'anni. Pertanto prima finisce meglio é per il nostro paese. E i primi mesi di questo governo danno ogni giorno prova della sua inutilità collettiva a fronte di non evidenti utilità per qualcuno.

Il centrodestra italiano non ha oggi un leader da schierare nella prossima competizione elettorale, se non il solito Berlusconi, motivo per cui il cavaliere farà di tutto perché il governo del nipote duri il più possibile.

Renzi è così diventato il più acerrimo nemico del berlusconismo e dei suoi alleati nel PD, consapevoli che il sindaco è un'alternativa anche alla loro perpetuazione.

Renzi fa di tutto per accreditarsi come interlocutore dell'attuale classe dirigente italiana che però continua a non fidarsi di lui.

Ma in giro non si vedono altri leader se non lui, il solito Berlusconi e l'etereo Letta più per il ruolo che ricopre attualmente che non per effettive capacità di leadership.

Ecco perché non c'è alternativa a Renzi. Letta incarna la felicità dell'inciucio e Berlusconi ha stancato tanti elettori del PDL ridottisi a guardare con interesse il fiorentino che infatti, consapevole, non parla troppo male di Berlusconi per accattivarsi questi consensi: giustamente furbo.

Il punto peró è: se mai presto dovesse essere il suo turno di guidare l'Italia, saprebbe farlo? Recentemente ha dichiarato che fra dieci anni l'Italia guiderà l'Europa: avrà veramente la capacità di compiere questo miracolo? 

Ho sempre pensato di no, ma intervistato da Travaglio, Da Milano e Mentana ha mostrato di avere studiato rispetto anche alla battaglia delle primarie con Bersani. 

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