"Non condivido le tue idee, ma darò la vita perché tu le posesprimere". Voltaire

17.2.10

Poker … di sconfitte

E quattro. All'Italia guidata da Silvio Berlusconi è riuscito quel che tutti quanti gli altri governi precedenti non erano riusciti a fare nemmeno messi insieme: ottenere sul tavolo dell'Unione Europea quattro sconfitte politiche consecutive nell'arco di appena otto mesi.

In principio fu la candidatura del pur apprezzamento eurodeputato di Forza Italia Mario Mauro. Già durante la campagna elettorale Berlusconi lo candida alla presidenza del Parlamento Europeo. Ma alla fine i suoi colleghi gli preferiscono un esponente della Polonia entrata nell'Unione appena cinque anni fa.

Poi fu la volta di mister PESC, diventato Mrs PESC pur di non dare a D'Alema il prestigioso incarico di ministro degli esteri europeo: pare che Berlusconi si sia effettivamente impegnato a sostenere la sua candidatura: forse ha perso proprio per questo.

Quindi è toccato a Tremonti farsi triturare dalla politica europea. Il nostro intelligentissimo ministro delle Finanze che nella vulgata berlusconiana tutto il mondo ci invidia, era stato mestamente candidato alla guida dell'Eurogruppo: evidentemente non ce lo invidiano così tanto se piuttosto hanno preferito confermare il lussemburghese Junker, addirittura in deroga alla norma comunitaria.

Infine la notizia odierna. L'ECOFIN ha indicato come nuovo vicepresidente della Banca Centrale Europea un portoghese, ovvero un europeo del sud. Per riequilibrare la presenza di un "latino" ai vertici della BCE, il successore di Trichet deve essere un europeo del nord, si pensa ad un tedesco. Bruciata così la candidatura di Mario Draghi, l'unico del quartetto in questione che potesse di suo aspirare ad un incarico europeo. Le sue capacità sono talmente riconosciute che ha presieduto a lungo il Financial Stability Forum, un organismo consultivo sulla stabilità dell'economia mondiale che ha talmente dato buona prova di sé durante la crisi finanziaria da vedere aumentare la proprio influenza e i propri poteri internazionali e trasformare la sua struttura da Forum a Board; ma nemmeno lui ce l'ha fatta.

La verità è che oggi l'Italia in Europa e nel mondo conta poco, non è tenuta in nessuna considerazione e ciò è sempre responsabilità del governo in carica, che fa la politica estera del Paese e ne costruisce la credibilità. Ma nel mondo il nostro è considerato il governo degli scandali sessuali, interessato ai problemi giudiziari del premier e nulla più. Non abbiamo nemmeno un ministro degli Esteri degnio di questo nome.

Insomma, non contiamo niente, e ne risentono anche i nostri uomini migliori.

Bel risultato a 150 anni dall'Unità d'Italia!

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