"Non condivido le tue idee, ma darò la vita perché tu le posesprimere". Voltaire

2.6.14

E mò?

A mente fredda proviamo a ragionare su cosa accaduto con il voto per le elezioni europee in Italia.


Per la prima volta dai tempi della DC di Fanfani del 1958, un partito italiano oltrepassa la fatidica soglia del 40% dei voti.
Lo fa, appunto, un partito, quello più classicamente organizzato: non un movimento, non una lista con il nome del leader stampato sopra. E questo rende ancora piu rilevante il risultato del PD, che ha addirittura sfidato gli italiani riportando la sigla del Partito Socialista Europeo nella parte inferiore del simbolo, anche se magari in pochi c'hanno fatto caso.
Segno, evidentemente, che gli italiani non hanno in questo momento voglia di scherzare o di fare bunga bunga, ma cercano nella politica più tradizionale le ricette per uscire da questa crisi ed il PD che governa e distribuisce qualche soldo in busta paga sembra soddisfare questa esigenza.

Il PD ha fagocitato tutta l'area riformista italiana. I suoi alleati, attuali e potenziali, (Scelta Europea - composta da Scelta Civica, Centro Democratico e Fare per fermare il declino, Italia dei Valori e Verdi)  sommati fra di loro superano di poco il 2%. 
Fuori dall'allealza rimane la sinistra che si è riunita attorno al nome di Tsipras e l'NCD che - insieme all'UDC (o forse sarebbe il caso si dire al contrario) superano il 4% ciascuno. 
E però la lista Tsipras è divisa fra chi vuole mantenersi all'opposizione del PD e che invece vuole entrare in maggioranza e l'NCD+UDC, in procinto di dar vita ad un nuovo partito, sotiene che, alle prossime elezioni - magari a fine legislatura - torneranno nel centrodestra (mah...).

E' un fatto episodico o qualcosa di diverso?

Secondo me, con il voto delle europee, si è aperta la terza fase della storia della nostra repubblica, che sarà dominata da un PD stabilmente sopra il 35%. Un partito che non avrà alleati ma, al massimo, cespugli sudditi che nei fatti non potranno assumere posizioni di reale disturbo al maggior alleato. Un'era che potrebbe durare più di un lustro dominata da Renzi, e magari qualcosa di più se, dopo, ci sarà un altro Renzi.

Il voto delle europee segna anche, ritengo, l'inizio della fine per il Movimento Cinque Stelle. Dopo il succeso delle elezioni politiche, per ben tre volte il Movimento ha avuto la possibilità di incidere sulle vicende repubblicane e per ben tre volte si è tirato indietro:
  • la nascita del possibile governo Bersani, 
  • l'elezione di un capo dello Stato diverso dall'attuale,
  • la nascita del governo Rernzi ed il patto con lui per le riforme. 
Il rifiuto del movimento ha consegnato il PD a Berlusconi con tutte le conseguenze del caso sul merito della composizione del governo e le riforme da attuare. Una parte di coloro che hanno scelto Grillo dodici mesi fa ha così ritenuto inutile votare Cinque Stelle e si è rivolto al PD. 
D'ora in avanti andrà sempre peggio: i 5Stelle continuano a rivendicare con orgoglio la loro opposizione e mostrano di non avere alcun interesse verso la difficile arte del governo per la quale, per altro, appaiono impreparati agli occhi di tutti.
Per di più continuano a sembrare inutili gli eletti, se poi il leader decide da solo le alleanze in Europa e, per le trattative, porta con sè il figlio di Casaleggio il cui unico merito sono gli autorevoli natali.
La loro mitica rete approverà forse l'alleanza con Farage, il che è inevitabile se è l'unica proposta in discussione, per non parlare del fatto che la votazione è tecnicamente gestita da chi ha interesse al risultato...
Con un approccio simile il declino, più o meno lento, è inevitabile.
Perchè ciò non avvenga i Cinque Stelle dovrebbero finalmente diventare una forza politica democratica con la leadership del movimento contendibile, e aprirsi ad alleanze con altri soggetti (in Italia ce ne sarebbero addirittura di migliori del britannico Farage...).

Il centrodestra, infine, gode di salute migliore di quel che appare: Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia sommano insieme il 27%: se a questo aggiungiamo il 4% di NCD+UDC siamo già al 31: basta che cambi opinione il 5% degli italiani perchè il centrodestra torni competitivo a contendere la guida dell'Italia al PD.

Cosa accadrà in futuro dipende dal governo Renzi: se farà le riforme (alcune francamente indigeribili) manterrà l'attuale livello di consenso anche nei prossimi appuntamenti elettorali. 
Viceversa l'Italia si riconsegnerà al centrodestra, con il M5S che rimane sempre a guardare...


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