"Non condivido le tue idee, ma darò la vita perché tu le posesprimere". Voltaire

24.2.14

Il governo che non esiste

Ciò che mi ha particolarmente colpito del governo Renzi è la palpabile inconistenza di alcuni ministri nominati, percepita da più osservatori contemporaneamente.

A grattare la superficie, sono addirittura la maggioranza.

Angelino Alfano agli Interni, Maurizio Lupi ai Lavori Pubblici, Pier Carlo Padoan all'Economia, Enrica Guidi allo Sviluppo Economico, Giuliano Poletti al Lavoro, Dario Franceschini alla Cultura, Stefania Giannini alla Pubblica Istruzione possono piacere o meno ma sono dei soggetti politici o professionali che danno l'idea di poter sedere a capo di un ministero.

Meno certezze danno Beatrice Lorenzin ministro della Salute da dieci mesi, in grado di scomparire anche in occasione dell'unica polemica che ha riguardato il suo settore, quella della cura Stamina; Gianluca Galletti all'Ambiente e Maurizio Martina all'Agricoltura sono due politici più o meno esperti e speriamo sappiano fare bene; Roberta Pinotti prima di essere ministro è stata sottosegretaria alla Difesa e speriamo che qualcosa abbia imparato; Andrea Orlando di giustizia si è occupato nel suo partito e quindi dovrebbe sapere dove mettere le mani, anche se questo forse dovrebbe preoccuparci più dell'ignoranza.

Chi invece emana quest'aurea di pericolosa vacuità sono le altre quattro donne: Maria Carmela Lanzetta, che per fortuna si occuperò del nulla, vale a dire gli Affari Regionali; peggio però Maria Elena Boschi che dovrà tenere i rapporti con il Parlamento, dove i democratici non renziani sono la maggioranza e i grillini attendono il governo inferociti dal loro immobilismo, e che dovrà seguire il delicato dossier delle riforme, dalla legge elettorale al nuovo Senato dei nominati; in cima a questa climax di vacuità si piazzano ex aequo Marianna Madia e Federica Mogherini, ma non perchè siano equivalenti (aggettivo, in questo caso, comunque fuori luogo). Ma perchè, pur la Madia battendo in vuoto la Mogherini, quest'ultima ricopre il delicato ruolo di ministro degli Esteri mentre l'altra "solo" quello alla pubblica amministrazione!

A completare il quadro, i neoministri Madia e Guidi hanno tenuto a farci sapere a mezzo stampa che, essendo madri di figli piccoli - e la Madia è prossima al secondo parto - faranno i ministri compatibilmente con gli impegni familiari.

Può essere affrontata così la più epocale delle riforme italiane, vale a dire quella della pubblica amministrazione, vero freno allo sviluppo e alla crescita italianae? E le
160 vertenze aziendali aperte? Già il ministro è una confindustriale e imprenditrice, che garanzie darà di preservare i livelli occupazionali?

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