"Non condivido le tue idee, ma darò la vita perché tu le posesprimere". Voltaire

29.5.07

Più case per tutti

Palermo non può essere una città che rifiuta i suoi figli.
Negli ultimi anni sono state tante le famiglie costrette ad andare a vivere nei comuni della provincia perché impossibilitati ad acquistare appartamenti con costi proibitivi.
La mancanza di spazi per costruire non aiuta, e, di certo, non si possono creare i presupposti per un nuovo sacco della città distribuendo licenze edilizie a pioggia.
Al contrario, come fatto finora, vanno recuperati gli appartamenti sfitti del centro cittadino.
Resta il problema dei costi alti per le operazioni di acquisto ed eventuale ristrutturazione, con mutui che attualmente superano il 5,50 % di interesse annuo per importi erogati che spesso non sono mai inferiori a € 100.000,00, producendo rate in media sopra € 600,00 mensili e che pertanto vengono ammortizzati anche in 30 anni o più.
Bisogna recuperare l’idea che la prima casa non è solo un bene patrimoniale bensì un diritto.
Ovviamente non se si pretende la casa di lusso.
Compito delle istituzioni statali è riconoscere ai cittadini i propri diritti.
Il sistema delle case popolari non può più essere considerato sufficiente essendo aumentati i livelli minimi richiesti dalle famiglie.
I comuni potrebbero prestare i soldi per l’acquisto della prima casa. Poiché le casse comunali non devono esserne danneggiate, le amministrazioni locali possono farseli restituire facendo salvo il potere d’acquisto delle somme erogate, ovvero ad un tasso pari all’inflazione ufficiale, che è il 2% circa.
Un’azione del genere sarebbe in linea con la difesa dei consumatori dalle distorsioni del sistema bancario italiano avviato dal governo Prodi anche col secondo decreto Bersani.
Indubbiamente le banche si vedrebbero sottrarre parte dei loro potenziali clienti.
Ma possono comunque avere un ruolo centrale, magari entrando pro quota con le amministrazioni pubbliche in un ente erogatore: in questo caso i comuni non uscirebbero nemmeno un centesimo. Resterebbe comunque appannaggio dei soli istituti di credito l’erogazione di mutui per le seconde case ed oltre, nonché per le prime case di pregio.
Ritengo infatti che dell’agevolazione di cui sopra dovrebbero poterne beneficiare le giovani coppie eterosessuali per appartamenti di circa 100 mq divisi in cucina-soggiorno, due servizi e tre camere, una per sé ed una per ogni figlio; in caso di coppie omosessuali o eterosessuali che dichiarino di non prevedere la nascita di prole gli acquisti finanziati andrebbero ad appartamenti al massimo di 85 mq con cucina-soggiorno, un servizio ed una sola camera; per i single non oltre 60 mq tra cucina-soggiorno, servizio e camera: in quest’ultimo caso si consentirebbe ai maggiorenni di uscire dalla casa dei genitori prima dei trent’anni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

stai delirando!