"Non condivido le tue idee, ma darò la vita perché tu le posesprimere". Voltaire

7.8.06

Giro, giro tondo...e tutti giù per terra

La vicenda dell’indulto mi ha fatto riflettere su un altro aspetto.
Un’assenza. Quale? Quella dei girotondini. Ve li ricordate gli amici della giustizia italiana che manifestavano con enormi girotondi attorno ai palazzi di giustizia del nostro Paese? E che poi si trasferirono a manifestare attorno alle sedi RAI, davanti a Montecitorio, a Palazzo Chigi?
Dove sono finiti in queste giornate di indulto? Certo l’atto di clemenza (o di Clemente?) è stato approvato coi ritmi di un blitz e forse non hanno avuto il tempo di organizzarsi. Siamo in estate e questo non aiuta, e i sostenitori dell’indulto hanno scelto apposta la bella stagione. Ma un’altra riflessione mi corre in mente. Girotondi e movimenti sono elettorato tradizionalmente rifondarolo. Vuoi vedere che…?
Io credo nel sistema giudiziario 365 gg. l’anno. Io credo nel sistema giudiziario chiunque sia l’imputato. Sono contrario a scarcerare colpevoli qualunque cognome riportino. Se uno, manifestando in piazza, spacca le vetrine, distrugge automobili, rovescia cassonetti, lancia pietre contro poliziotti, per me commette reati, sia se si professa di destra, sia se si professa di sinistra. Un rifondarlo non è meno colpevole di un destrorso. In democrazia si manifesta nel rispetto della legge.
Al fianco dei girotondini voglio poter essere sempre. Ed invece il popolo dei girotondi oggi critica due dei suoi leader, Pancho Pardi e Marco Travaglio, colpevoli di coerenza. Colpevoli di volere una giustizia senza “se” e senza “ma”, colpevoli di voler applicare la legge anche ai “compagni se sbagliano” e non solo agli avversari politici. Colpevoli di serietà ed affidabilità, di quella serietà ed affidabilità di cui l’Italia ha bisogno e che fanno di loro dei compagni di strada da cui non devi aspettarti traviamenti, o che ti lascino solo nel momento dello scontro più duro.
Ma ora che ci penso. In fondo, il girotondo è un gioco infantile.

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