Con la scusa che l’eterno nascituro Partito Democratico dovrà accogliere diverse culture politiche, il PD rischia di mescolare nello stesso calderone il diavolo e l’acqua santa.
E fin qui, vabbè. Ma sarebbe corretto che il nuovo partito segnasse una minima discontinuità rispetto a certi rituali e miti della Sinistra italiana. Invece vi cedono lo stesso Fassino, il solito D’Alema e il sempre sorprendente Walter Veltroni.
Fassino ieri ha presentato in un cinema romano la sua mozione congressuale a favore del PD. Per l’occasione Senato e Camera hanno fermato i lavori, così da consentire a deputati e senatori d’essere presenti all’evento. Si è incazzata la CdL? No. Il diessino, e senatore, Cesare Salvi, scandalizzato che i lavori parlamentari vengano sospesi per la riunione di una corrente che, per inciso, non è la sua, essendo il presidente della commissione giustizia del Senato contrario alla nascita del PD e allo scioglimento dei DS. Salvi è, insieme a Mussi, Angius, Calderola e altri, uno di questi recenti socialisti postcomunisti, che sono socialisti in Europa e non si sa bene che cosa in Italia. Fassino, D’Alema e Veltroni, per lo meno il nodo vogliono scioglierlo, inventandosi i Democratici all’italiana.
Ma ciò che non andava nella manifestazione di ieri era la presenza di, appunto, uno dei miti della peggiore sinistra di questo paese: Adriano Sofri, ex leader di Lotta Continua e pertanto amico di vecchi compagni di battaglia come Enrico Deraglio, Giuliano Ferrara, Gad Lerner e tanti altri autorevoli giornalisti italiani, i quali, sfruttando le proprie posizioni di potere hanno, appunto, fatto un mito del proprio ex compagno e lo dipingono come persona onesta, retta e proba, con una grande sensibilità verso il genere umano, grande pensatore, autorevole opinionista politico, capace giornalista e quant’altro. Mentre invece è l’assassino del commissario Calabresi, secondo più sentenze definitive della magistratura. Sofri è talmente mito da rifiutare di chiedere la grazia al Capo dello Stato e da pretendere, al contrario, che i vari inquilini del Quirinale gliela concedano motu proprio.
Ora se anche Sofri può stare nel PD, immagino che molti vi rinunceranno.
E fin qui, vabbè. Ma sarebbe corretto che il nuovo partito segnasse una minima discontinuità rispetto a certi rituali e miti della Sinistra italiana. Invece vi cedono lo stesso Fassino, il solito D’Alema e il sempre sorprendente Walter Veltroni.
Fassino ieri ha presentato in un cinema romano la sua mozione congressuale a favore del PD. Per l’occasione Senato e Camera hanno fermato i lavori, così da consentire a deputati e senatori d’essere presenti all’evento. Si è incazzata la CdL? No. Il diessino, e senatore, Cesare Salvi, scandalizzato che i lavori parlamentari vengano sospesi per la riunione di una corrente che, per inciso, non è la sua, essendo il presidente della commissione giustizia del Senato contrario alla nascita del PD e allo scioglimento dei DS. Salvi è, insieme a Mussi, Angius, Calderola e altri, uno di questi recenti socialisti postcomunisti, che sono socialisti in Europa e non si sa bene che cosa in Italia. Fassino, D’Alema e Veltroni, per lo meno il nodo vogliono scioglierlo, inventandosi i Democratici all’italiana.
Ma ciò che non andava nella manifestazione di ieri era la presenza di, appunto, uno dei miti della peggiore sinistra di questo paese: Adriano Sofri, ex leader di Lotta Continua e pertanto amico di vecchi compagni di battaglia come Enrico Deraglio, Giuliano Ferrara, Gad Lerner e tanti altri autorevoli giornalisti italiani, i quali, sfruttando le proprie posizioni di potere hanno, appunto, fatto un mito del proprio ex compagno e lo dipingono come persona onesta, retta e proba, con una grande sensibilità verso il genere umano, grande pensatore, autorevole opinionista politico, capace giornalista e quant’altro. Mentre invece è l’assassino del commissario Calabresi, secondo più sentenze definitive della magistratura. Sofri è talmente mito da rifiutare di chiedere la grazia al Capo dello Stato e da pretendere, al contrario, che i vari inquilini del Quirinale gliela concedano motu proprio.
Ora se anche Sofri può stare nel PD, immagino che molti vi rinunceranno.
P.S.: Dopo aver redatto questo post e prima della pubblicazione è arrivata la notizia che anche l'on. Olga D'Antona, moglie del giuslavorista Marco Biagi assassinato dalle nuove BR si è indignata per la presenza di Sofri alla presentazione della mozione Fassino. Fa piacere sapere di essere in buona compagnia.
Nessun commento:
Posta un commento